sabato 16 ottobre 2021

I resti della Porta Marengo delle antiche mura di Alessandria

 Come in molti altri casi la città sa conservare ben nascosti i suoi segreti. Alessandria è stata per gran parte della sua storia una città fortezza difesa oltre che dai fiumi e dai canali che vennero appositamente costruiti a questo scopo, dalla cinta dei bastioni. In un primo momento a difesa del nucleo urbano che sorgeva in territorio paludoso vennero alzate delle mura realizzate per lo più di terra. Di queste, come del resto di gran parte delle case popolari di quell'epoca costruite con legno, terra e paglia non resta praticamente niente. Solo i palazzi come il famoso Palatium Vetus o Santa Maria di Castello che addirittura ha fondazioni più antiche della nascità di Alessandria e che per la loro importanza vennero costruiti con materiali più solidi come pietra e mattoni.

Le mura vennero man mano fortificate con costruzioni in muratura (il tipico materiale della zona) e rimaneggiate più volte quando Alessandria da libero comune passò sotto Milano e poi alla dominazione spagnola. I resti che possiamo visitare oggi grazie al FAI di Alessandria risalgono al periodo Napoleonico durante il quale, Bonaparte progettò grandi cose per la città e allargò le mura verso Spinetta con tanto di canalizzazioni difensive che partivano dal Bormida. Le mura vennero mano a mano demolite dalla metà dell'800, i mattoni vennero usati per costruire i palazzi cittadini e, nel dopoguerra, vennero definitivamente fatte sparire. In pochi sanno che esistono ancora alcuni piccoli resti, tra cui forse la parte più ben conservata si trova all'interno dell'isolato che si trova tra Via Marengo e Spalto Gamondio.

All'interno di un piccolo cortile privato si entra in una delle gallerie che si trovavano all'interno delle mura. Della porta vera e propria sono rimaste solo le foto, ma le volte sono davvero ben conservate. A metà altezza si costruì un piano intermedio e nella parte inferiore si conservava il vino in grandi botti. I proprietari dell'attività sono i discendenti delle persone che appaiono in alcune foto di fine '800 inizio '900 e l'attività vinicola chiuse alcuni decenni fa. I palazzi tutti intorno alle mura vennero costruiti durante il '900 ma sulla parte superiore esiste un "giardino pensile" che sopravvive a tutt'oggi con tanto di viti e un albero.





Il miracolo delle campane e la chiesetta della Beata Vergine delle Grazie

La Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, meglio conosciuta come
Santuario della Madonnina delle Grazie è una piccola chiesetta in Via Mazzini, quasi invisibile o che passa per lo più inosservata. In origine era una una semplice cappella eretta, secondo la tradizione nel 1478. L'affresco della Madonna del latte che si trova sopra all'altare è però originario della fine del 1300 e originariamente contenuto in un altra cappelletta fuori dalle mura della città, oltre l'antica Porta Ravanale che sorgeva a poca distanza in fondo alla strada.


Vale davvero la pena entrare a vedere l'interno della chiesa (aperta tutti i giorni) per dare un'occhiata anche agli altri affreschi più recenti.  Il miracolo delle campane avvenne le notti del 17 e 18 aprile del 1850 quando le campane, appunto, suonarono da sole richiamando i fedeli.

- 1478: viene innalzata, secondo la tradizione, la prima cappella alla Vergine delle Grazie che però non costituisce ancora santuario.
- 1613: la cappella viene dedicata a tutti i santi.
- 1732: si ordina la risistemazione della chiesa in stato di forte degrado.
- 1780: si aggiunge l’abitazione del rettore.
- 1839: si edificano l’altare, il pavimento e la balaustrata in marmo (dono Marchesa Dal Pozzo). - - - 1863: celebrazione del centenario della traslazione dell’immagine.
- 1927: rifacimento della facciata e abbellimento del campanile.
- 1977: a seguito della donazione dell’edificio all’ospedale psichiatrico da parte della curia vescovile, se ne ristruttura completamente l’interno.

Festività principale: Prima domenica di giugno

Note sul tipo di miracoli:
Guarigioni materiali e spirituali; evento prodigioso delle campane che suonano da sole (notti del 17-18 aprile 1850).